La tovaglietta che parla con il dito

Proposto per il settore della ristorazione e sostenuto da Comune, Garante lombardo dei diritti per l’infanzia ed Epam – Confcommercio Milano, il progetto “Io parlo con il dito” di clinicaMENTE entra in pasticceria grazie all’adesione del locale di famiglia di Alessandro Montesano

 

La Tovaglietta ai tavoli della Pasticceria Montesano.

 

Tutto è iniziato a fine settembre quando, a Milano, nella sede di Confcommercio, è stato presentato “Io parlo con il dito”, progetto di clinicaMENTE, sostenuto dal Comune con l’Assessorato allo Sviluppo Economico, dal Garante lombardo dei diritti per l’infanzia, e da Epam – Confcommercio Milano, che si concretizza intorno a una tovaglietta in grado di aiutare le persone, e in particolare i bambini, affette da disturbi specifici del linguaggio, a comunicare quando si trovano in un ristorante, in un bar e, d’ora in poi, anche in pasticceria e in gelateria. Questa iniziativa è stata ideata dall’Associazione di promozione sociale clinicaMENTE, presieduta da Elisabetta Ciaccia, psicologa psicoterapeuta, accreditata con la Fondazione Ca’ Granda IRCCS Policlinico di Milano, e dal 2018 sviluppa il progetto “Psicologo in Hospital Kids” presso la clinica pediatrica De Marchi che ha come mission la promozione del benessere psicologico individuale e di gruppo.

 

La conferenza stampa di presentazione in Confcommercio a Milano. Da sinistra, Riccardo Bettiga, garante Infanzia e Adolescenza Regione Lombardia, Marco Barbieri, segretario generale Confcommercio, Elisabetta Ciaccia, psicologa psicoterapeuta e presidente di clinicaMENTE, Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del Lavoro del Comune di Milano, e Lino Stoppani, presidente milanese di Epam e nazionale di Fipe pubblici esercizi Confcommercio.

 

Dall’indicare al comunicare…

“Io parlo con il dito” è una tovaglietta americana di carta simile a quelle già presente in molti esercizi, che riporta i simboli più comuni relativi all’alimentazione e alla permanenza nei locali, quelli che segnalano “forchetta”, “acqua” o “bagno”. Indicandoli, la persona affetta da disturbo specifico del linguaggio riesce più facilmente a comunicare, esprimendo le proprie esigenze al cameriere. La tovaglietta si ispira ai princìpi della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), area della pratica clinica rivolta a coloro che presentano disabilità comunicative del linguaggio, sia permanenti sia temporanee. In collaborazione con Epam, l’Associazione pubblici esercizi Confcommercio Milano, in una fase sperimentale durata 3 mesi, la tovaglietta è già stata distribuita ed utilizzata con riscontri positivi in più attività, come pizzerie, bar, wine bar e osterie.

 

… per accogliere e per includere

A spiegare il significato dell’iniziativa è stata la stessa Ciaccia: “la tovaglietta è utile sia ai bambini come oggetto di facilitazione e di inclusione sociale, sia alle famiglie come opportunità di andare a mangiare fuori, sia agli operatori del settore come strumento di accoglienza e di conoscenza della comunicazione aumentativa. Abbiamo voluto partire dalla nostra Milano come città ‘pilota’ e ci auguriamo possa essere un esempio per altre città, per migliorare la qualità di vita di bambini gravati dal loro disagio psicologico e sociale”. A lei fa eco Lino Stoppani, presidente milanese di Epam e nazionale di Fipe, dei pubblici esercizi Confcommercio – che ha sottolineato “la disponibilità degli associati, un segnale significativo perché il pubblico esercizio ha un ruolo centrale non solo nel servizio e nella qualità che deve offrire o nell’attrattività che sa generare, ma anche nel valore sociale che è capace di esprimere e che si traduce nell’attenzione e nella responsabilità nei confronti del contesto in cui operano, fatto anche di persone che soffrono o vivono con qualche difficoltà. Seguiremo con attenzione gli sviluppi di questa campagna”.

 

 

La pasticceria pilota

Se Milano è stata la città pioniera, la Pasticcera Montesano di Alessandro Montesano (in foto) ha aperto per prima la porta al progetto, accogliendo con entusiasmo la proposta della dott.ssa Ciaccia, sua assidua cliente. Figlio d’arte di Senatro e Rina, già gestori del locale dal 1971, ex avvocato, egli si è formato anche presso l’Università dei Sapori di Perugia e alla Chef Academy di Terni. Da tempo responsabile del laboratorio (di circa 45 m2) interno al negozio (di 160 m2), in cui produce tutto l’assortimento, fra lievitati, brioche, torte e meringhe, suo cavallo di battaglia. Insieme alla moglie Alice hanno subito accolto la proposta, collocando le tovagliette sui tavoli della sala e, appena si potrà, su quelli del dehors, per accogliere una trentina di persone. Il buon riscontro è incoraggiante, tanto che la coppia pensa già alla possibilità di esporre la vetrofania che comunica l’adesione al progetto e a chiedere la personalizzazione delle tovagliette con il logo del locale. Visto il riscontro, l’auspicio è che l’iniziativa si diffonda in tutta Italia, coinvolgendo quanti più locali possibile.

E.B.

 

 

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