Sono passati sessant’anni da quando nel 1964 Giuseppe Gobino iniziò a lavorare nella storica fabbrica di via Cagliari 15 a Torino, allora conosciuta come Maras To. Sessant’anni e tre generazioni che hanno visto entrare in azienda nel 1985 Guido (a cui si deve il lancio dell’ormai storico e celebre marchio) e nel 2021 il figlio Pietro.
Sessant’anni sono un traguardo importante e non è un caso che i festeggiamenti inizino il 22 febbraio, giorno del compleanno di Guido, anche lui giovane sessantenne con una grande storia alle spalle, quella dell’azienda di Borgo Rossini. A lui si deve quello slancio innovativo inedito all’epoca per il panorama del cioccolato artigianale: ridurre a un piccolo boccone il classico Giandujotto, con la creazione del Tourinot (25 anni fa); modificare il Cremino, altra icona cittadina, facendogli perdere la classica stratificazione in favore di un unico livello a base di gianduja, vivacizzato da olio extravergine di oliva taggiasco e fiocchi di sale integrale della salina di Cervia. Anno dopo anno l’azienda è cresciuta: oggi conta oltre 30 dipendenti, 5 punti vendita diretti, una fitta rete di distributori nazionali e internazionali, che permettono di raggiungere sei continenti e, per due volte, anche lo spazio, a bordo di due missioni, nel 2013 e nel 2017. Il quartier generale è sempre rimasto lo stesso, a due passi dalla Dora, in un edificio da cui si vede la Mole Antonelliana. “Un luogo a cui sono molto affezionato – spiega Guido Gobino – trovato da mio padre, rilanciato da me insieme a lui per un tratto di percorso, e dove oggi mi ha raggiunto mio figlio Pietro, che rappresenta la terza generazione”.
I festeggiamenti fra arte e una nuova tavoletta
E i festeggiamenti di questa realtà che fa cultura d’impresa in una città come Torino che ne è la culla, sono molti e sono stati presentati da Pietro Gobino. In primis GugArt3, una Residenza d’Arte di una settimana (dal 26 febbraio al 1º marzo) nella sede produttiva di via Cagliari, rivolta a creativi under 35, attivi nelle arti visive, nella musica e nella scrittura. Tre finalisti di ogni categoria selezionati (su oltre 200 candidature) da Marinella Senatore, Nicola Lagioia e Damir Ivic lavoreranno al racconto artistico di questa realtà, trascorrendo tempo all’interno dello stabilimento, conoscendo le persone che qui lavorano e osservando le tecniche di produzione. “Dal 1964 dal portone del laboratorio sono entrate ed uscite molte persone, ognuna di loro con la propria storia. Se mio nonno Beppe incarna idealmente il cioccolato classico e tradizionale, mio padre rappresenta l’espressione dello slancio innovativo, la sfida più grande per me sarà quella di seguire le loro orme e contribuire con creatività al futuro della Guido Gobino – afferma Pietro, promotore del progetto -. La curiosità, la passione, l’attenzione e l’attenta ricerca per realizzare un prodotto esclusivo ci hanno sempre contraddistinto, per questo motivo abbiamo deciso di restituire al nostro territorio un progetto culturale che vedrà susseguirsi una serie di appuntamenti in città, dove protagonisti saranno i giovani”.
Infine, per celebrare il compleanno, oltre a una serie di eventi che nel corso del 2024 animeranno Torino, nelle Botteghe di Guido Gobino sarà disponibile la tavoletta dedicata al 60° anniversario, divisa in tre parti che compongono il logo, offrendo un’esperienza speciale con tre ricette inedite: Guido, morbido fondente con gruè di cacao racchiuso in un guscio di cioccolato extra bitter blend 63%, la G centrale al fondente 83%, con Criollo del Guatemala, e Obino, guscio al latte che racchiude un ripieno alla nocciola aromatizzato al caffè.
Sarah Scaparone