A tre settimane si intravede la luce

Prosegue il racconto dell’emergenza in Emilia Romagna. Abbiamo ascoltato nuove voci e monitorato le situazioni di artigiani già coinvolti per seguire il percorso di ripresa. Ne risulta un quadro di grande resilienza, forza di volontà e impegno. E i risultati sono già visibili e sorprendenti

 

L’esterno della pizzeria O Fiore Mio, di Foto Davide Fiorentini, a Faenza. “Ricominciamo da dove tutto è partito”.

 

Nonostante alcune zone mostrino ancora le ferite dell’alluvione, nella maggior parte delle città e dei piccoli centri la rinascita si vede, anche negli sguardi stanchi, ma sereni, e si sente dalle voci non più incrinate da sgomento e frustrazione. La reazione è forte, lo spirito indomito degli Emiliano-Romagnoli si è manifestato, i volontari sono moltissimi, oltre le aspettative, e non si sono risparmiati, ora si rialza la testa e si vede un po’ di luce. Se la forza dirompente della natura ha avuto per lunghi giorni il sopravvento, adesso la prima emergenza è finita, l’acqua e il fango spazzati via per notti e dì non ci sono più, ora è il tempo delle valutazioni delle devastazioni e dei piani di ripresa, e, in molti casi, delle riaperture. I danni in città e nelle campagne sono elevatissimi, ma le risorse raccolte e auspicabilmente a breve in arrivo sono ingenti, occorre però spenderle bene, ristorando tutte le vittime di questa calamità, e realizzare a breve e medio termine la messa in sicurezza del territorio con interventi strutturali per prevenire le future possibili catastrofi naturali, imparando dal passato recente e remoto con la consapevolezza di essere in piena emergenza climatica e ambientale. Solo così parole come ripartenza, forza, speranza, solidarietà, amicizia, vicinanza, aspettative si riempiono di contenuti reali, infondendo a chi ha subito e a chi ha aiutato coraggio e determinazione per guardare con fiducia al futuro.

In queste settimane, abbiamo già raccolto e raccontato la situazione sul campo:
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Locale inagibile e danni immateriali, il desiderio di ripresa prevale

Il loro negozio a Faenza non è più agibile, la violenza dell’alluvione ha portato via e sparso qua e là per la strada di fronte (vedi foto) quasi tutti gli arredi, vetrine e banco compresi, e le attrezzature, dalle bilance alla stampante alimentare, il loro museo, gli attestati e simboli di una vita fra creazione, produzione e formazione, danni immateriali che addolorano. La tristezza e la stanchezza di fronte alla calamità non hanno tuttavia scalfito la passione che da sempre animano Carola Stacchezzini e il marito Massimo Villa, apprezzati artigiani, titolari di V&S Cioccolato nella città delle ceramiche. “Non solo quasi tutto è stato spazzato via, ma l’acqua ha mischiato le forniture di cioccolato e farine con il contenuto di petrolio che qualcuno custodiva in taniche nelle cantine, dando vita a una massa oleosa difficile da eliminare – spiega Carola -. Il laboratorio, fortunatamente, non ha subito grandi danni, dobbiamo completarlo con quanto perso nel punto vendita e ricostituire quest’ultimo da soli, tenendo conto che era anche la sede dei nostri corsi e un punto di riferimento per molti. Per farlo stiamo ancora stilando la lista di perdite e danni, un compito doloroso che per questo abbiamo fatto solo in parte”. Sono così alla ricerca di un nuovo locale, dovendo confrontarsi con le difficoltà di ottenere permessi temporanei e con le lentezze della burocrazia, sperando anche nella raccolta di fondi attivata da Conpait, di cui Carola è delegata per l’Emilia, così da completare gli elenchi delle attività colpite e suddividere in modo equo fra tutti i danneggiati le risorse che arriveranno. “Anche noi abbiamo aperto una sottoscrizione a nostro nome, anche se non è facile chiedere per noi, è molto più facile farlo per gli altri… Ci confortano l’affetto dei clienti, la collaborazione e l’incoraggiamento di amici e colleghi, facendo corsi e raccogliendone i proventi, come ha fatto Francesca Speranza, e delle aziende che ci hanno messo a disposizione prodotti e attrezzature; ci mancano però il negozio e il nostro lavoro. Intanto contiamo sulle nostre competenze e lanciamo l’iniziativa “Aiutami e io ti insegno” in cui organizziamo corsi come abbiamo sempre fatto, a fronte di un aiuto concreto. Speriamo che questa calamità serva da esempio a prevenire e a gestire le emergenze”.

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Ripartenza tra stanchezza e speranza

“Ora va un po’ meglio, abbiamo ripristinato l’essenziale e abbiamo riaperto, per ora la mattina e soltanto per quanto riguarda le colazioni e il servizio bar, ma siamo ripartiti”. Si coglie la preoccupazione mista al sollievo nell’inflessione della voce di Luca Rubicondo di Rubicondo Pasticceri a Solarolo, Ra. “Non avrei mai creduto che in così poche settimane avremmo potuto riaprire”. Come avete fatto? “Con l’impegno quotidiano nostro, di tutte le persone del paese e dei volontari, giunti anche da lontano, che ci hanno aiutato in tutti i modi per riprendere l’attività nei due negozi, uno a 1 km dall’altro. Uno è stato meno colpito, essendo arrivati solo 30 cm di acqua.

Nel laboratorio abbiamo dovuto svuotare tutto, scalzare il pavimento e sostituirlo, cercando di ‘incastrare’ i momenti di disponibilità di tecnici e falegnami; un lavoro che non pensavamo di fare ma che si è reso necessario. Non si chiudono ancora le porte, ma pazienza. In 10 giorni abbiamo spalato via tutto il fango all’interno, ripulito e rimesso a posto il possibile, nella speranza di realizzare un laboratorio migliore di quello precedente. Certo, pur nell’alternanza fra sgomento e adrenalina per il desiderio di ripresa dei primi giorni, ora tutto è un po’ più lento e si fa sentire la stanchezza, ma teniamo duro e guardiano avanti”.

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Ricostruire i luoghi e curare la psiche

A completare il quadro tra Solarolo e Faenza, interviene Maura Sarcona, laureata in Scienze della Formazione, specializzata in letteratura per l’infanzia, esperta in Educazione Sessuale e autrice di “Elio Intimate Project”, che parla di sessualità anche attraverso prodotti di pasticceria con forme esplicite e il coinvolgimento dei 5 sensi, come vedremo nel prossimo numero di “Pasticceria Internazionale”. “Sono stata fortunata fra pasticceria, ufficio e negozio, ma ho visto e vissuto una situazione impensabile, assistendo persone che hanno perso tutto, i propri cari, il lavoro, la casa, l’auto, una situazione straziante per cui è stato essenziale l’aiuto psicologico gratuito offerto nello spazio d’ascolto in centro paese, un’iniziativa significativa per me, dato che la salute mentale è al centro del mio progetto.
E Luca Rubicondo aggiunge in merito: “Solarolo, diversamente da Faenza che ha ancora tante ferite, ora non sembra quasi essere stata molto toccata e molti negozi hanno ripreso. I bar come il mio sono diventati dei luoghi in cui si cerca la vicinanza, più di prima si è diventati baristi-psicologi insieme a caffè e brioche, la gente cerca aiuto, in questi momenti non mi chiedono torte o paste per eventi. Da segnalare che molti lasciano l’equivalente di un caffè o somme più consistenti per pasti sospesi per i volontari e per chi è senza casa, un bel gesto, come quello di molti ristoratori che hanno allestito stand con pasti gratuiti”.
E Maura ricorda: “Oltre ai concerti di cantanti noti, di Laura Pausini in primis che è di Solarolo, sabato prossimo ci sarà Fango, organizzato da molti artisti del posto che, con mercatini di beneficienza, work in e performance, raccoglieranno fondi per le vittime dell’emergenza”.

 

Riapriamo, riparando l’essenziale

Con Claudia Caridi, moglie di Sebastiano e suo braccio destro per la parte vendita, attivo sia a Faenza che a Bologna, partiamo da una bella anticipazione, aggiornando in positivo le notizie date in precedenza: “Nel week end abbiamo riaperto a Bologna, avendo riattivato due locali del negozio e del laboratorio di Faenza, pesantemente danneggiato dall’alluvione, e beneficiando del forno messoci a disposizione da alcuni colleghi. Abbiamo spalato e ripulito per giorni e giorni, poi, con il contributo di molti dei tecnici dei nostri fornitori, abbiamo recuperato qualche pezzo, salvando ad esempio 1-2 abbattitori su 6/7 che avevamo, e siamo ripartiti. Certo, avremmo dovuto sostituire macchinari e arredi, ma in questo momento non è possibile, e abbiamo previlegiato la meccanica all’estetica, acquistando il nuovo (vedi foto abbattitori) solo quando sarebbe stato più costoso cercare di ripristinarlo. Grazie alla raccolta fondi, nell’immediato abbiamo acquistato un furgone che è in fase di allestimento e richiede tempi lunghi per la refrigerazione (+4/-18°C), visto che ne abbiamo uno a noleggio piuttosto costoso, fondamentale per rifornire il negozio di Bologna e fare fronte alle consegne per eventi e matrimoni, così da poter sostenere le spese effettuate e prepararci per l’autunno e per il Natale”. Al contempo, come imprenditori e artigiani, il pensiero va al personale che lavora con loro: la riapertura veloce è stata fatta anche per salvaguardare gli stipendi. “Sebastiano – spiega Claudia – è legato alle persone, sente la responsabilità nei loro confronti, è vicino a chi ci ha aiutato notte e giorno a rialzarci. E adesso confidiamo in un aiuto istituzionale oltre a quello di privati, colleghi e aziende, che sostenga le imprese e le accompagni nella risalita”.

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La ripresa parte da noi e dalla salvaguardia del territorio

“Ci stiamo rialzando e abbiamo ripreso grazie al laboratorio che ci hanno messo a disposizione, ma la risalita è lenta e non priva di difficoltà, anche a causa delle piogge che, di quando in quando, rimettono tutto in discussione”. A parlare è Davide Fiorentini di O Fiore Mio, pizzeria con una produzione di pasticceria a Faenza con locali a Bologna e a Milano. “Oltre al nostro impegno ci sono voluti interventi professionali come quelli delle aziende di spurghi che hanno liberato le fognature e accelerato, per così dire, il ritorno alla normalità. Sul territorio siamo una quindicina fra pizzerie, panifici e pasticcerie che hanno avuto danni, abbiamo preso attrezzi in prestito per risolvere le varie emergenze e per riaprire, anche se per certe attività sarà impossibile ricominciare prima di ottobre o chissà…”. A questi problemi “va aggiunto quello macro del territorio da mettere in sicurezza: spazi ampi a rischio smottamento e un dissesto idrogeologico diffuso. Occorre fare un’opera di sensibilizzazione sulla popolazione perché si prenda cura del proprio giardino e non aspetti l’intervento dall’alto che tarda a venire. Noi di mezz’età lo diciamo e ci responsabilizziamo per i giovani che lavorano con noi e per lasciare un futuro migliore alle generazioni che verranno”.

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Far ripartire le attività e ristabilire l’equilibrio fra uomo e natura

È stata invasa da una massa spropositata di acqua e fango la pasticceria Pink Panther di Marta Pederzoli, sotto le mura di Faenza, diversamente all’altro locale, in pieno centro sotto il Comune, Il Caffè della Molinella, che fa da rivendita e che non è stato toccato. “Ora si stanno ultimando i lavori di ripulitura e le verifiche sulle macchine in laboratorio, che si deve asciugare partendo dai muri; nel frattempo le autorità comunicali stanno accompagnando i tecnici per fare le verifiche e i sopralluoghi. Da notare che sono gli stessi che prima venivano per le colazioni, per cui conoscono bene gli ambienti. Ricominciamo da una piccola produzione, cercando per quanto possiamo di ‘manipolare le paste’, mentre decidiamo il da farsi, cercando di capire se e come ripartire, in base alla capacità di funzionamento delle grandi macchine rimaste o da acquistare, abbattitori in primis. Certo, l’incuria rispetto al territorio e la mancata manutenzione dei fiumi hanno prodotto grandi danni. I numerosi fiumi, ben 12, non hanno più lo spazio di scorrere”. È questo il racconto di Marta, rattristata da tanta devastazione, ma non rassegnata. “Occorre che i tecnici dell’amministrazione vedano i letti dei fiumi invasi dalla vegetazione, l’acqua non scorre più nei fossi, che non ci sono più, ed esce sulle strade. Occorre ristabilire l’equilibrio tra uomo e natura; mi auguro che, oltre agli aiuti per tutti noi con i fondi raccolti e con gli interventi statali, si realizzino interventi strutturali sul territorio per evitare che le catastrofi si ripetano”.

 

Lavorare per sostenere le persone e la ripresa

In questo momento di emergenza, il ruolo dei ristoranti ha avuto un’accezione speciale: l’accoglienza nei confronti di tutti quelli che ne avevano bisogno, dei volontari e di chi dava una mano, alleviando con il sorriso e il buon cibo dolore e disagi. Si inserisce in questo contesto l’attività di Marianaza, trattoria storica nel centro di Faenza dove, come ci hanno raccontato, si trova la vera cucina romagnola. Ecco la testimonianza delle sorelle Natascia, titolare dell’attività, e Luana Cucchi, coadiuvate dalle persone del loro staff che ringraziano per la dedizione, Maria, Stefano, Hasna e Anka. “Non abbiamo avuto danni nel ristorante, solo acqua e fango nelle cantine e nel magazzino (vedi foto), ma siamo stati 4 giorni senza elettricità; abbiano dovuto richiedere l’aiuto dei pompieri e di un’azienda specializzata che ci ha liberato dall’acqua. Nel frattempo abbiamo dato una mano alle persone in difficoltà, organizzando in uno spazio di accoglienza in centro pasti caldi per i volontari, provenienti da tutta Italia, e per le persone che lavoravano per liberare le strade. Abbiamo quindi ripreso il nostro mestiere con i clienti di Faenza e ci apprestiamo a iniziare la stagione estiva con i turisti. Certo, il dopo-alluvione è faticoso e impegnativo, ma siamo una comunità unita, guardiamo in positivo e ce la faremo!”.

Emanuela Balestrino

 

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