Abbiamo scelto queste due foto per introdurre questo nuovo resoconto perché, se terribile è stata la calamità che ha colpito alcuni territori dell’Emilia Romagna, altrettanto forte è stata la reazione degli abitanti e dei volontari che da quella e da altre regioni stanno portando aiuto, incentivando il già grande desiderio di risollevarsi. È lo spirito indomito di queste popolazioni che già stanno dando un senso al futuro.
A una decina di giorni dall’alluvione in Emilia Romagna, pur ancora in allerta meteo, si è in una fase nuova. Dopo l’incredulità, la corsa a mettere in salvo se stessi, famiglia, animali e le troppe poche cose rimaste, con l’incessante spalare via il fango e ripulire il possibile per allontanare il senso di disperazione mitigato dal passare dei giorni e dalle espressioni di solidarietà e di affetto, dall’arrivo in massa dei volontari, dalla presenza delle autorità locali e del governo, fino alla visita di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, e nell’attesa della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in programma domani 30 maggio, è subentrata la necessità di razionalizzare. Tin bota (o tèn bòta) è il motto di incoraggiamento, una sorta di passaggio del testimone dal mola mia bergamasco ai tempi del covid, che risuona tra le vie e rincuora gli animi. Se il centro di Cesena è stato quasi del tutto ripulito, non la stessa situazione si è potuta realizzare in più zone ancora circondate dall’acqua. C’è bisogno di molto aiuto in diversi ambiti: finanziamenti immediati per liberare le zone ancora allagate con idrovore, come già avvenuto con i mezzi della Protezione civile e gli aiuti da vari paesi europei come Slovacchia e Francia, di azioni concrete per ripristinare i collegamenti, di acquistare nuove attrezzature per far ripartire le attività meno danneggiate. Tutto ciò con lo sguardo e il pensiero al futuro, a quando nei vari territori non ci saranno più le luci delle telecamere a tenere alta l’attenzione sul dramma.
In questi giorni abbiamo raccolto le testimonianze di quanti, pasticcieri e gelatieri, tra Solarolo, Faenza, Conselice e Ravenna, hanno vissuto e affrontato in prima persona questa terribile calamità.
Arredi compromessi, macchinari danneggiati
Partiamo da Solarolo, Ra, con Luca Rubicondo di Rubicondo Pasticceri. Le immagini con la devastazione del laboratorio non lasciano spazio all’immaginazione: i mucchi di parti di arredo all’esterno e il disastro all’interno, con oltre un metro di acqua, “l’abbattitore raddrizzato grazie all’intervento dei tecnici e dell’esercito, che aveva la priorità dei salvataggi”. Solarolo, cittadina di poco più di 4.000 abitanti, è stata molto colpita. “abbiamo avuto grandissimi danni agli arredi – prosegue Rubicondo-; nel controllare la situazione il falegname ha smontato il retrobanco che è risultato gonfio d’acqua. In questi giorni i tecnici stanno facendo il punto della situazione, alcune aziende ci stanno aiutando per valutare ciò che può essere recuperato mentre si ripuliscono gli ambienti, poi si farà un primo bilancio. La buona notizia è che, sul fronte della casa, abitando al 2° piano, non abbiamo avuto grandi danni; le cantine sono allagate, ma poteva andare peggio. Di sicuro a Solarolo l’alluvione non era prevista, dobbiamo quindi ringraziare i volontari, in particolare tre ragazze bravissime, che ci hanno dato una mano. Per cercare di ripartire abbiamo attivato una raccolta su GoFundMe, contando sulla solidarietà e generosità di tutti (Clicca qui).
Faenza colpita a metà, molte le situazioni drammatiche
A Faenza, Ra, città di oltre 58.00 abitanti, ha avuto un destino diverso dalle altre città colpite. È stata devastata a metà dall’alluvione, e la parte rimasta illesa sta aiutando la parte allagata. Difficile è ancora la situazione in centro e nei quartieri colpiti, ove ci sono centinaia di famiglie sfollate, locali commerciali fortemente feriti. Molte strade sono ancora in parte ricoperte dal fango e occupate da masserizie. Tutto ciò nonostante i numerosi i volontari accorsi insieme a Protezione Civile, vigili del fuoco e forze dell’ordine.
Fra alti e bassi
È schietta e combattiva Carola Stacchezzini che, insieme a Massimo Villa, animano V&S Cioccolato, oggi completamente devastato: “Andiamo avanti senza sosta, con forti momenti di sconforto e altri di gratitudine per la fitta rete di sostegno pratico e morale. A livello pratico, i bisogno cambiano di momento in momento, prima con il cercare di recuperare un qualcosa, poi con le pompe per l’acqua, poi la questione elettricità anche solo per caricare i cellulari. E poi ci sarà bisogno di falegnami, elettricisti, imbianchini… Questo fango è ovunque e poi c’è l’incredibile probema dei furti e degli sciacalli. Noi abbiamo dovuto mettere una persona a controllare che non rubassero. E poi c’è l’emergenza sanitaria, con il rischio del tetatno e tante altre infezioni”. Carola non si ferma e non si può fermare, essendo anche madre: “Dopo le prime due alluvioni, continuiamo ad avere paura, e la tv e le immagiin non rendono l’idea della devastazione. E vogliamo reagire per noi e per tutti i colleghi, anche grazie a Confartgianato e a Conpait, con le quali collaboro, perché dobbiamo restare uniti!” Clicca qui
Sebastiano Caridi, apprezzato pasticciere, figlio d’arte, a Faenza “aveva” un punto vendita di grande rilievo con pasticceria, cioccolateria e bar, completato da un laboratorio per la formazione che ha subito danni ingentissimi. “In particolare, parlando di macchinari, oltre il 60% è andato perduto, lo stesso per i due furgoni refrigerati, un vero disastro. Resta funzionante il negozio di Bologna. La preoccupazione maggiore è per i miei 48 dipendenti, molti dei quali saranno fermi per chissà quanto. Si è fortunatamente salvata la casa in collina”, racconta con amarezza. Anche lui ha ricevuto grande solidarietà anche dai colleghi, grazie ad una rete subito attivata per raccogliere fondi (Clicca qui).
Le gelaterie Peace & Cream di Alessandro Zoli non sono state direttamente colpite: “Parte della città e delle vie sono irriconoscibili – spiega -. Noi abbiamo dovuto spalare fango per oltre una settimana per liberare vie e accessi. La mancanza di corrente ha compromesso gelato e materie prime, una situazione rosea rispetto alla devastazione di altre parti, non possiamo certo lamentarci, anche se ci vorrà molto tempo per ritornare alla normalità.
Davide Fiorentini di O Fiore Mio, pizzeria a Faenza, Bologna e Milano, è figlio d’arte come pasticciere, visto che la famiglia ha la Pasticceria Fiorentini. Con l’apertura del suo laboratorio centralizzato Hub, aveva iniziato a produrre prodotti da forno, in particolare da colazione, per i tre locali, unendo la fornitura di pasticceria a quella della pizzeria, con l’obiettivo di arrivare in futuro anche con la panificazione. L’alluvione ha reso inagibile la pizzeria e l’Hub e la solidarietà di un’azienda amica, la Betti, ha fatto sì che lui e il suo team potessero continuare la produzione altrove. Come per altri colleghi, la preoccupazione di Fiorentini va ai dipendenti che, in parte, non possono continuare a lavorare per gli altri due negozi. “Nella cattiva sorte occorre dire che siamo stati ancora fortunati nell’essere riusciti ad inviare il carico di pizze e materie prime il giorno stesso dell’alluvione, così che le pizzerie di Bologna e Milano potessero lavorare grazie a queste scorte fino al 1° giugno”. Ripristinata l’attività con questa soluzione solidale, anche Davide ha lanciato su Fb una campagna di raccolta fondi (Clicca qui).
Aiutare l’interno e promuovere il mare
Se la concentrazione dell’attenzione, dei soccorsi e degli aiuti istituzionali si è concetrata sui territori di Forlì, Cesena, Ravenna, Lugo, Conselice e Solarolo, è importante tenere conto di un altro punto di vista: a segnalarci una visione “laterale” è Stefano Venturi, funzionario di Confartigianato per il settore agroalimentare della provincia di Ravenna. Con lui abbiamo esplorato un’altra faccia di questa calamità che coinvolge la comunicazione e la percezione da parte del pubblico delle notizie rispetto ai fatti: “Le piogge torrenziali che hanno colpito in modo gravissimo molti territori e moltissimi esercizi commerciali, oltreché abitazioni, delle provincie di Cesena-Forlì e di Ravenna stanno causando anche un altro danno, un boomerang negativo di immagine, che occorre bloccare per non aumentarne la gravità. Se è pur molto vasto l’ambito territoriale colpito, occorre fare sapere che la parte sul mare della nostra provincia è pronta a iniziare la stagione turistica e ad accogliere tutti”. La parte dei lidi ravennati, come le altre città turistiche romagnole, non attendono altro che svolgere l’attività per cui sono vocate e famose nel mondo, per contribuire a rimettere in carreggiata l’economia regionale e dare un contributo forte. Il problema che si sta evidenziando sono le molte disdette che stanno arrivando e che rischiano di mettere ulteriormente in ginocchio l’economia di queste provincie e di molte famiglie impegnate nelle attività di turismo”.
Il lavoro da remoto e lo sguardo al futuro
Unigrà fa sapere che “ad oggi, 29 maggio, la sede di Conselice è ancora chiusa e il livello dell’acqua non consente una stima precisa dei danni. Sarà possibile una valutazione più realistica una volta che l’acqua si sarà ritirata. Quest’ultima sta progressivamente defluendo, sia naturalmente sia attraverso l’utilizzo di macchina idrovora. L’alluvione ha colpito l’Azienda nella notte di mercoledì 17 maggio; nessun danno alle persone: le misure preventive messe in atto da Unigrà hanno previsto la totale evacuazione del polo produttivo già alcune ore prima”. L’Azienda fa inoltre sapere che “sta mettendo in campo tutte le energie possibili per ripristinare in totale sicurezza gli impianti produttivi, in modo da ripartire tutelando produzione e dipendenti. Al momento si presuppone che una volta defluite le acque la presenza di detriti sia ridotta, tenendo conto della provenienza delle stesse (fiume Santerno, ad alcuni chilometri di distanza), fattore che fa ben sperare in termini di ripristino in tempi brevi”.
Molteplicità di contributi
Desideriamo aggiornarvi sulle raccolte fondi per aiutare a rimettere in sesto le attività dei nostri comparti, invitandovi a segnalarci eventuali altre iniziative.
- Conpait Confederazione Pasticceri Italiani ha attivato una raccolta fondi tra associati e sponsor Clicca qui
- Accademia Maestri Pasticceri Italiani ha aperto un fondo per donazioni Clicca qui
- Atletichef sta raccogliendo fondi per supportare le zone colpite Clicca qui
Diversi chef come Luca Montersino, Stefano Laghi, Silvia Boldetti, stanno facendo rete per promuovere corsi e creare iniziative per raccogliere fondi da devolvere ai colleghi colpiti. Si cerca di sensibilizzare, aiutare come si può e quanto si può.
- Fiera di Longarone Dolomiti esprime la sua solidarietà alle aziende del gelato colpite. Attraverso le parole del presidente Michele Dal Farra apprendiamo che: “Sono allo studio forme concrete di aiuto per andare incontro alle esigenze delle aziende di settore e dei gelatieri, con cui abbiamo relazioni anche affettive che si sono create, affinate e consolidate da tanti anni, grazie alla MIG. Vorremmo raccogliere le esigenze e le necessità più impellenti nell’auspicio di fare rete con tutte le realtà che si stanno muovendo per dare una mano a chi si trova in grave difficoltà. Una goccia nel mare può essere utile, ma tante gocce insieme, in maniera coordinata e coesa, possono fare molto di più”.
- Il Gruppo Gelatieri Per il Gelato (Clicca qui) attraverso la sua nuova presidente Ilaria Scarselli ha comunicato che esprimerà in modo concreto la solidarietà ai colleghi emiliani e romagnoli aderendo all’iniziativa di Gelato Artigianale (Clicca qui)
E.B