La creatività e la tenacia di Nicola Fiasconaro valgono la nomina a Cavaliere del Lavoro 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna ufficialmente il titolo di Cavaliere del Lavoro a Nicola Fiasconaro, che sul prossimo numero di “Pasticceria Internazionale” si racconta ancora una volta, regalando moderne letture del sistema dolce 

Nel giugno del 2020 Nicola Fiasconaro veniva nominato Cavaliere del Lavoro, ma solo dopo un anno e mezzo di pandemia riceve ufficialmente il titolo dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in Quirinale. Il riconoscimento suggella la storia (e la tradizione) di tre generazioni: il Made in Sicily firmato Fiasconaro viaggia in oltre 60 Paesi, mentre Nicola negli anni costruisce un modello imprenditoriale che non fa sconti sulla qualità delle materie prime e lui stesso, in prima persona, tesse legami e promuove idee per migliorare il sistema dolciario nazionale. Dal parco delle Madonie, in provincia di Palermo, a Castelbuono, dove tutto ha origine nel 1953. Ai suoi dolci, alla sua visione d’impresa (una grande famiglia) più volte dedichiamo pagine della nostra rivista. Sul nuovo numero di “Pasticceria Internazionale”, ci parla dei recenti risultati, dei progetti co-branding con l’alta moda, della chiave dell’internazionalizzazione, la nuova brand identity (leggi anche qui) e, con lui, cerchiamo di leggere il successo di un prodotto quale il panettone.

Nicola Fiasconaro e il figlio Mario.

Una strada per l’economia italiana

“Io ricevo questa onorificenza, ma Cavalieri del Lavoro siamo tutti noi, fratelli Fiasconaro”, precisa Nicola che indica all’economia italiana una strada: valorizzare il genio italiano che dal Rinascimento in poi nasce in bottega, costruirlo perché sia all’altezza dei contesti competitivi internazionali, ma lavorando solo sul proprio DNA e sulla rete territoriale piuttosto che cedere al modello industriale.
La sua ricetta d’impresa, tra le Vincenti di Intesa San Paolo (leggi qui), prevede investimenti, innovazione e sostenibilità, l’obiettivo di internalizzazione e persone e competenza al centro della strategia. Il tutto fondato su tradizioni, territorio, senso del Bello, creatività e tenacia, “è questo il nostro capitale più fertile e non dobbiamo sprecarlo”, spiega.

www.fiasconaro.com

 

 

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