La ristorazione guarda al futuro

Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi ha deciso di affiancare il suo tradizionale rapporto annuale sulla ristorazione, con un'indagine sui prossimi mesi e le prospettive di ripartenza, realizzata in collaborazione con Bain & Company e TradeLab. In foto, Duilio Matrullo, partner di Bain & Company.

Con il Rapporto Ristorazione 2020, Fipe-Confcommercio conferma: sostegni inutili e poco efficaci

 

Fipe-Confcommercio conferma la perdita del doppio dei posti di lavoro creati dal 2013 e nessuna vera ripresa prima del 2022. Il Rapporto Ristorazione 2020, trasmesso alla presenza del Ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, conteggia 514mila posti di lavoro in meno. Il rischio è la “dispersione di competenze e professionalità”, spiega il presidente Fipe-Confcommercio Lino Enrico Stoppani.
Se cresce di 6 miliardi di euro la spesa alimentare tra le mura domestiche e crolla di 31 miliardi quella in bar e ristoranti, per oltre 6 ristoratori su 10 la riduzione ha superato il 50% del volume d’affari dell’anno precedente. Secondo una ricerca condotta Fipe-Format Research, nel 2010 le nuove imprese avviate erano oltre 18 mila, nel 2020 solo 9.190; nel primo trimestre di quest’anno l’indice di fiducia sul futuro per gli imprenditori della ristorazione, rispetto allo stesso periodo del 2020, crolla al -68,3%. Per molti, dati alla mano, il 2021 sarà ancora l’anno dei fatturati in calo, si stima del 20%; gli stessi responsabili di grandi aziende della filiera, tra industria, distribuzione e ristorazione, non prevedono una ripresa prima del 2022-2023. E c’è un 27% che non crede possa verificarsi prima del 2024.
Il rilancio del settore, secondo gli esperti, passerà da un potenziamento dei servizi digitali, fooddelivery in testa, e da una maggior attenzione su qualità dei prodotti, originalità nell’offerta, marketing e sostenibilità. Per il 27% degli intervistati, si dovrà puntare su un incremento dei servizi digitali, a cominciare dall’home delivery e da forme di take away sostenibili, attraverso menù studiati. Un altro 27% suggerisce di puntare su una specializzazione identitaria per garantire riconoscibilità e, sempre più decisiva, è una puntuale attività di marketing e comunicazione.
“Le novità introdotte per le riaperture serali dei Pubblici Esercizi e lo spostamento del coprifuoco – spiega Stoppani – sono importanti passi in avanti per il recupero della normalità operativa, pre-requisito per dare prospettive di fiducia. Se a questo provvedimento si aggiungessero nuovi sostegni per consentire la gestione delle contingenti drammatiche difficoltà e a trattenere l’occupazione del settore, si aprirebbero scenari di vero rilancio per il settore”.

 

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