Il Gambrinus di Napoli presenta la pastiera più grande del mondo: larga più di 2 metri, per oltre 300 kg di dolcezza
Un’iniziativa a tutela dell’identità gastronomica del popolo napoletano
In queste giornate prefestive, in attesa della Pasqua, di lei si scrive tanto. E’, infatti, il tipico dolce pasquale della tradizione napoletana, dolcezza identitaria del posto ma sempre più apprezzata e richiesta in tutto il mondo. Celebrata nella sua prelibatezza, data dal ricco ripieno a base di ricotta (di pecora, come vuole la ricetta nata nel Convento di San Gregorio Armeno a Napoli), grano cotto, cedro e arancia canditi, cannella, vaniglia e acqua di fiori d’arancio, il tutto racchiuso in una pasta frolla, la pastiera ha oggi la sua versione da record. Merito di Antonio, Arturo, Michele Sergio e Massimiliano Rosati dello storico Gran Caffè Gambrinus di Napoli, che hanno voluto celebrare la Pasqua ed omaggiare la città con una maxi pastiera, esposta negli storici locali ed offerta in degustazione a turisti e napoletani.
Un’ intera squadra di pasticcieri, guidata da Stefano Avellano, ha lavorato ben 60 kg di ricotta, altri 60 di zucchero, 60 di grano e 600 uova per preparare il ripieno, profumato con acqua di fiori d’arancio. Per la pasta frolla (40 kg circa) sono stati usati 20 kg di farina di frumento, circa 7 di zucchero e pari di burro, e 65 uova. La cottura ha richiesto 4 ore di messa in forno a 190°C.
In una versione decisamente goduriosa, larga più di 2 metri, per oltre 300 kg di peso, la pastiera da record ha un valore stimato di circa 7mila euro. E forse anche di più.
L’iniziativa nasce, infatti, per valorizzare sì la pasticeria partenopea e la sua dimensione identitaria, ma gli ideatori spiegano come questo dolce possa fungere da simbolo di impegno e condivisione tra i vari operatori per il rilancio della pasticceria regionale. “La pastiera è la rappresentazione esemplare della categoria aristotelica del dolce in assoluto, dei concetti di gastronomia e arte, sacro e profano, forma e sostanza, equilibrio ed eccesso, cultura e tradizione, storia e mito. Se ci sarà sinergia tra i vari operatori, si potrà ottenere un importante risultato che realizza le aspettative di rilancio del comparto dolciario della nostra città e della regione Campania”, spiegano gli ideatori.
“Il futuro dell’Europa è nel rispetto della diversità, ogni terra ha le proprie produzioni. Bisogna promuovere e tutelare i diritti di un popolo e di una storia. Tutelando la pastiera napoletana, tuteliamo i diritti e la storia delle capacità gastronomiche del popolo napoletano”, continua Rosario Lopa, Portavoce della Consulta Nazionale dell’Agricoltura, già Delegato al settore Agricoltura della Provincia di Napoli, componente del Dipartimento Nazionale Ambiente Agroalimentare Alimentazione Ristorazione e Turismo del MNS.
Alla presentazione della pastiera più grande del mondo era presente anche Adriano Casolaro dell’omonima azienda Hottellerie.
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