A Re Panettone, il lievitato si candida a Patrimonio Immateriale Unesco

Il panettone candidato a diventare Patrimonio Immateriale Unesco

 

Durante la manifestazione Re Panettone, svoltasi il 17 e 18 novembre a Milano, negli spazi MegaWatt, è stata lanciata una sfida: candidare il tradizionale lievitato a Patrimonio Immateriale Unesco dell’arte del pasticciere milanese. D’altronde, se l’Unesco ha dato il riconoscimento alla pizza napoletana nel 2017, le premesse ci sono tutte anche per il panettone, frutto del lavoro di artigiani esperti e della loro dedizione nella gestione di un ingrediente complesso come il lievito naturale.
La proposta è stata formulata nel corso di un incontro che ha celebrato il sodalizio tra il Consorzio di Tutela dell’Asti Spumante e il panettone, al quale hanno partecipato il giornalista e critico gastronomico Luigi Cremona, l’enologo Elio Pescarmona (direttore della Cantina Tre Secoli nel Monferrato), Ornella Franco (segretaria del Consorzio dell’Asti Spumante), Carlo Montalbetti (direttore del Consorzio Comieco), Giuseppe Rossetto (consigliere d’amministrazione dell’associazione Paesaggi vitivinicoli Langhe-Roero e Monferrato, sito Patrimonio dell’Umanità Unesco), oltre all’ideatore e organizzatore di Re Panettone, Stanislao Porzio, e ai pasticcieri Achille Zoia e Vincenzo Santoro, che hanno offerto ai presenti rispettivamente un kranz e un panettone al vino moscato. “Il panettone milanese – ha dichiarato Porzio, che si è impegnato a sostenere il progetto di candidatura iniziando da una raccolta di firme – ha una storia secolare ed è simbolo di italianità nel mondo, l’arte dei pasticcieri milanesi è da tutelare e riconoscere come prezioso bene immateriale, ben venga un’attenzione dell’Unesco a riguardo”.

Tra gli altri momenti significativi della manifestazione, giunta quest’anno all’undicesima edizione milanese e quasi pronta per la tappa di Napoli (in calendario l’1 e 2 dicembre), l’assegnazione del premio I PanGiuso, andato a Italo Vezzoli (Incroisaanteria, Carobbio degli Angeli, Bg) e, per la categoria “Dolce lievitato innovativo”, a Giovanni Saviozzi (pizzeria Farina del mio sacco, Cascina, Pi).

 

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