Un recente studio pubblicato su Practical Neurology conferma che un consumo moderato di caffè migliora l’attenzione e favorisce la concentrazione
Che scegliate un espresso tradizionale, un caffè shakerato o con ghiaccio, macchiato freddo o caldo, il caffè sarà un valido alleato per combattere la stanchezza in questi ultimi giorni di lavoro prima delle vacanze estive.
Recenti studi evidenziano, infatti, gli effetti positivi del consumo di caffè sulle attività cognitive e dimostrato come la caffeina abbia potenziali effetti benefici nelle situazioni di particolare sforzo mentale.
Uno studio apparso su Practical Neurology ha valutato gli effetti del caffè e della caffeina sulle funzioni cerebrali negli adulti confermando che un’assunzione moderata può aumentare la vigilanza e il benessere, aiutare la concentrazione, migliorare il tono dell’umore. E non solo. Oltre a potenziare l’effetto di farmaci analgesici in cefalea e emicrania, il consumo di caffè è stato associato alla prevenzione del declino cognitivo e alla diminuzione del rischio di sviluppare ictus, malattia di Parkinson e morbo di Alzheimer(1).
Già nel 2011 l’EFSA (European Food Safety Authority) aveva confermato il ruolo positivo del caffè su attenzione e concentrazione, indicando un rapporto di causa-effetto tra una dose di 75 mg di caffeina (circa una tazzina di caffè) e aumento di attenzione(2).
Anche il ricercatore Capek S.(3) ha condotto uno studio sperimentale con un gruppo di studenti dopo l’assunzione di 200 mg di caffeina, per osservarne la capacità di ripetere le parole estratte da sei diverse liste, comprendenti ciascuna 15 parole.
Le parole di ogni lista erano semanticamente collegate a una parola (legame critico) che non era presente nella lista. Gli studenti ripetevano un numero maggiore di parole della lista e di legami critici dopo l’assunzione di caffeina, rispetto al solo placebo.
La caffeina sembra, quindi, intensificare la connessione tra le parole della lista e i legami critici, aumentando sia la memoria vera (i partecipanti memorizzavano e ripetevano solo le parole della lista) che quella falsa (i partecipanti citavano parole che non erano nella lista originale, ma che erano collegate alle parole della lista attraverso i legami critici).
www.coffeeandhealth.org
1. Nehlig A. 2016. Effects of coffee/caffeine on brain health and disease: What should I tell my patients? Pract Neurol 16(2):89-95.
2. EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies (NDA). 2011. Scientific Opinion on the substantiation of health claims related to caffeine and increased fat oxidation leading to a reduction in body fat mass (ID 735, 1484), increased energy expenditure leading to a reduction in body weight (ID 1487), increased alertness (ID 736, 1101, 1187, 1485, 1491, 2063, 2103) and increased attention (ID 736, 1485, 1491, 2375) pursuant to Article 13(1) of Regulation (EC) No 1924/20061. EFSA Journal 9(4):2054.
3. Capek S. et al. 2009. Caffeine’s effects on true and false memory. Psychol Rep 104:787-95.