Luigi De Luca e la moglie Gavina hanno lasciato per quattro giorni la loro Cremeria, sita a Five Docks, Sydney, in mano ai figli, per visitare una piccola comunità di aborigeni australiani a Uluru, con lo scopo di far conoscere il gelato artigianale italiano e la granita.
L’invito è stato accolto con entusiasmo dal nostro gelatiere, ma le difficoltà da superare non sono state poche. “Fare il gelato e la granita è una scienza – sostiene Luigi –, un’arte che comporta l’utilizzo di macchine e attrezzature specifiche e ingredienti freschi, tutte cose che non si trovano nella piccola cucina della comunità indigena”. Ma ciò non è stato di ostacolo a Luigi che, fin da bambino, osservava il padre Salvatore fare il gelato in modo tradizionale, senza l’ausilio di macchinari, quando viveva ancora a Messina.
Così i due, armati degli attrezzi base, si sono messi in viaggio con l’obiettivo ambizioso di preparare gelati e granite per bimbi che non avevano mai gustato prima queste specialità. I piccoli sono stati coinvolti nella preparazione, con l’incarico di spremere i limoni, aggiungervi lo zucchero e, come si faceva in passato, collocare la ciotola con il succo in un’altra ciotola più grande e, tra le due, un miscuglio di ghiaccio e sale. Mescolando, il freddo si trasferisce nella piccola ciotola dove è avvenuta la cristallizzazione, materializzando così la granita. Per il gelato, i bimbi hanno poi schiacciato le banane, unendo panna e latte nella stessa ciotola, posta a raffreddare con ghiaccio e sale. E così, mescolando con energia, hanno trasformato la crema in gelato ed è stato un vero successo.
Ora Luigi sta progettando di creare un mezzo per portare il gelato in strada e raccogliere denaro per sostenere la scuola primaria della comunità di aborigeni. Non nuovo a queste iniziative, il nostro gelatiere da anni opera per aiutare la scolarizzazione nelle zone di Redfern e Glebe: “Il gelato è come una colla che unisce le persone. È molto di più di un alimento. È amore!”.
Milena Novarino