RICORDANDO FRANCO RUTA

di Salvatore Farina

“L’importante nella vita non è come si viene al mondo, ma come si lascia questo mondo”. Questo aforisma sembrava scolpito con le lacrime sul viso delle oltre millecinquecento persone che hanno dato l’estremo saluto a Franco Ruta: un grande uomo, un imprenditore geniale, un siciliano vero. Lo scorso 23 febbraio a Modica, nella chiesa madre di san Pietro, una folla attonita si è stretta intorno ai  suoi familiari; e più trascorreva il tempo della celebrazione delle esequie, più la folla perdeva il carattere dell’anonimità  per trasformarsi in una moltitudine di persone accomunata dal sentimento profondo di amicizia che nutriva per Franco.

 

E’ stato un funerale speciale perché il protagonista aveva espresso alla moglie il desiderio di contenerne la tristezza. Il primo a rispettare la volontà di Franco è stato  l’officiante, frate Antonello. Nella sua predica, il neo arciprete  della chiesa Madre, ha fatto un ritratto dell’imprenditore e soprattutto dell’uomo riuscendo a creare nell’immensa chiesa un’atmosfera di serenità, di pace e di speranza. L’intervento del sindaco di Modica è stato importante: il riconoscimento istituzionale della comunità al proprio figlio che ha reso internazionale il caratteristico cioccolato  locale. La solennità della morte ha dunque  fatto finalmente il miracolo di proclamare Franco Ruta: “Eroe cittadino”  perché  grazie alla sua valorizzazione dell’antica specialità dolciaria ha contribuito a dare un magnifico lustro alla città di Modica e a creare una splendida economia, assolutamente inimmaginabile prima d’allora.
Dal pulpito si sono alternati anche amici e colleghi che hanno dato una testimonianza toccante di autentica stima e affettività. Il momento culminante è arrivato con il figlio Pierpaolo: la persona più accreditata a riconoscere a Franco Ruta non solo il titolo di  buon padre, ma anche quello di Maestro. Il suo “grazie” partito dal cuore e rivolto verso il feretro è arrivato anche al cuore di tutti i partecipanti e… i singhiozzi e i pianti che ne sono seguiti, sono stati non solo di dolore, ma anche di gioia: il desiderio di Franco di non ricevere un funerale triste è stato così esaudito. E lui, ha ricambiato l’estremo saluto facendo diffondere alla fine della cerimonia, non le consuete musiche liturgiche, ma alcune significative canzoni  di Roberto Vecchioni e di Nicola Piovani.
Caro Franco, “La vita è bella”, e lo è ancora di più se è vissuta con amore e la passione per la bellezza e la cultura… come hai fatto tu. Infinitamente grazie per averne dato l’esempio. Un grande e forte abbraccio a nome di tutti gli amici della “Duciezio”.

Salvatore Farina

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