Consumato prevalentemente a casa (77%), al bar (45%) e al lavoro (41%), il caffè è parte integrante del nostro stile di vita. Il 65% ne ama il gusto e il 36% l’aroma; il 43% lo beve perché fa iniziare bene la giornata, il 20% perché chiude bene il pasto, il 19% perché rappresenta un’abitudine a cui non poter rinunciare, il 10% perché aiuta a socializzare con la famiglia, i colleghi e gli amici, il 9% perché consente di ritagliarsi una pausa di relax e il 2% perché è la bevanda preferita.
Tuttavia una recente ricerca internazionale condotta dall’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC) su un campione di 4.000 consumatori in 10 Paesi europei1 mostra che più di metà degli intervistati non conosce i benefici che un consumo corretto ed equilibrato di questa bevanda può apportare al nostro organismo.
Esistono miti da sfatare e conoscenze da implementare rispetto a comportamenti e corretti stili di vita che possono aiutare a ridurre il rischio di insorgenza dei disturbi come diabete di tipo 2, Alzheimer, cancro2, disturbi cardiovascolari3, effetti di un eccessivo consumo di alcool4. L’età rappresenta un fattore determinante: i più giovani e i più anziani mostrano il maggiore gap di conoscenze.
Quanto ne sanno gli europei?
Sebbene sia il 71% degli europei a credere che bere il caffè non aiuti a ridurre il rischio di diabete di tipo 2, l’evidenza epidemiologica dimostra il contrario: il consumo di tre o quattro tazze di caffè al giorno, comparato con il consumo nullo o inferiore a due tazze al giorno, può essere associato a una riduzione approssimativa del 25% del rischio di sviluppo del diabete 2 5,6.
I dati scientifici rilevano una correlazione positiva tra un regolare e moderato consumo di caffè per tutta la vita (da 3 a 5 tazze al giorno) ed un ridotto rischio (fino al 20%) di sviluppare la malattia di Alzheimer7 e di Parkinson8. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, in particolare, conferma che l’assunzione di 75 mg di caffeina (una tazzina di caffè circa) possa incrementare l’attenzione e la vigilanza9.
Numerose evidenze scientifiche smentiscono quanto il 42% degli europei ritiene: esiste infatti, a dispetto di quanto si creda, un’associazione positiva tra il consumo di caffè e la diminuzione del rischio cardiovascolare perché un consumo giornaliero moderato (3-5 tazzine al giorno) può avere effetti positivi10,11.
Italiani più consapevoli
Siamo proprio noi Italiani i più consapevoli dei benefici del caffè. Siamo in tanti (75%) a pensare che il consumo di questa bevanda possa influire positivamente sulla nostra salute, mentre più della metà degli europei ha ancora idee confuse al riguardo. E in fatto di nutrizione e benessere dimostriamo la forte tendenza a sapere di più su uno stile di vita sano da condurre.
In particolare, la ricerca evidenzia che:
• il 76% considera il proprio stile di vita abbastanza salutare e molto salutare rispetto alla media europea (70%)
• il 74% ritiene che il consumo di caffè aiuti a ridurre il rischio di diabete di tipo 2
• Quasi 9 italiani su 10 pensano che il caffè aiuti la concentrazione e la vigilanza
• Oltre metà degli intervistati ritiene che migliori le performance sportive
• il 63%, come proposito per il nuovo anno, vorrebbe fare più attività fisica, il 54% vorrebbe mangiare in maniera più sana e 38% vorrebbe perdere peso
• il 25% degli italiani vorrebbe sentirsi più energico e meno stanco (il Paese più “stanco” è la Finlandia, con il 45% di finlandesi preoccupato per la stanchezza)
• l’Italia invece è il paese più stressato, con oltre un terzo degli intervistati che si dichiarano preoccupati.
In conclusione, numerosi studi confermano che il consumo di 3-5 tazzine al giorno12 di caffè ha effetti fisiologici desiderabili e ben si adatta ad una dieta sana e a uno stile di vita attivo.
Riferimenti bibliografici
1. 4119 respondents across 10 European countries were surveyed by ISIC in November 2015
2. World Health Organization, ‘Cancer: Data and Statistics’ Available at: http://www.euro.who.int/en/health-topics/noncommunicable-diseases/cancer/data-and-statistics
3. World Health Organization, ‘Cardiovascular diseases: Data and Statistics’ Available at: http://www.euro.who.int/en/health-topics/noncommunicable-diseases/cardiovascular-diseases/data-and-statistics
4. World Health Organization, ‘Alcohol use: Data and Statistics’ Available at: http://www.euro.who.int/en/health-topics/disease-prevention/alcohol-use/data-and-statistics
5. Huxley R. et al. (2009) Coffee, Decaffeinated Coffee, and Tea Consumption in Relation to Incident Type 2 Diabetes Mellitus. Arch Intern Med, 169:2053-63.
6. Zhang Y. et al. (2011) Coffee consumption and the incidence of type 2 diabetes in men and women with normal glucose tolerance: The Strong Heart Study. Nutr Metab Cardiovasc Dis. 21(6):418-23.
7. Santos C. et al. (2010) Caffeine intake and dementia: systematic review and meta-analysis. J Alzheimers Dis, 20(1):187-204.
8. Palacios N. et al. (2012) Caffeine and Risk of Parkinson’s Disease in a Large Cohort of Men and Women. Movement Disorders, 1;27(10):1276-82
9. EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies (NDA) (2011) Scientific Opinion on the substantiation of health claims related to caffeine and increased fat oxidation leading to a reduction in body fat mass (ID 735, 1484), increased energy expenditure leading to a reduction in body weight (ID 1487), increased alertness (ID 736, 1101, 1187, 1485, 1491, 2063, 2103) and increased attention (ID 736, 1485, 1491, 2375) pursuant to Article 13(1) of Regulation (EC) No 1924/20061. EFSA Journal;9(4):2054
10. European Heart Network, ‘European Cardiovascular Disease Statistics 2012’ Available at: http://www.ehnheart.org/cvd-statistics.html
11. Ding M. et al (2014) Long-term coffee consumption and risk of cardiovascular disease: a systematic review and a dose-response meta-analysis of prospective cohort studies. Circulation. 129(6):643-59
12. Harvard T.H. Chan School of Public Health, ‘Moderate coffee drinking may lower risk of premature death’ Available at: http://www.hsph.harvard.edu/news/press-releases/moderate-coffee-drinking-may-lower-risk-of-premature-death/